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Cosa sono i learning object ed il loro ruolo nello smart learning nei tempi dell’emergenza Covid-19

Di Marco Recchioni, Università di L’Aquila – Founder di ReMedia Group

Per realizzare un corso e-learning dobbiamo fare riferimento a 3 elementi: la lezione digitale, l’ambiente nel quale viene svolta la lezione, la gestione dell’attività formativa. I primi due elementi, vengono classificati come attività “didattica”, il terzo come amministrazione o gestione. Anche nella formazione in presenza abbiamo questi tre elementi: la lezione in presenza”, l’aula in cui viene fatta la lezione, la Direzione amministrativa e gestionale della scuola o del centro di formazione. Quest’ultima si occupa in particolare di attività strettamente manageriali quali la creazione dei corsi, la gestione degli orari, la programmazione didattica, i registri delle lezioni, ma anche delle valutazioni e delle certificazioni. 

Con l’e-learning portiamo in digitale tutte queste attività. Al posto della lezione avremo i Learning Object (L.O),  al posto dell’aula avremo la piattaforma di e-learning (learning space), infine al posto della Direzione amministrativa della scuola o della funzione formazione di una azienda avremo il Learning Management System (LMS).

LO, piattaforme e-learning e LMS sono e rimangono ambiti differenti che richiedono un mix di conoscenze, competenze e professionalità molto diverse.

In questa scheda spieghiamo cosa sono i Learning Object (LO).

I LO, anche chiamati WBT (web based training) quando ci riferiamo alla educazione degli adulti o appunto al training aziendale, sono di diverso tipo così come avviene nei diversi momenti dell’ attività didattica. 

A noi piace distinguere tra LO Tutoriali, Simulatori e Valutativi

LO Tutoriali

I LO Tutoriali sono quelli in cui i contenuti didattici sono basati sostanzialmente sulla illustrazione/enunciazione di conoscenze. Si riferiscono quindi alla trasmissione di conoscenze e sapere (Knowledge). Per questo tipo di LO occore usare una metodologia didattica adeguata al contesto, in cui i “saperi” vengono trasmessi tenendo conto della unidirezionalità del processo formativo dal docente o dall’esperto dei contenuti, all’allievo. 

Il nostro approccio progettuale, metodologico e produttivo  in questo caso consiste nell’utilizzare la multimedialità ed alcune specifiche tecnologie digitali. Ci riferiamo in particolare a video, immagini, infografiche e testo, anche in movimento (video 2d e/o 3D) e audio, nel quale troviamo la voce del docente o dello speaker, effetti sonori e, in qualche caso, la musica. Audio e Video attivano un coinvolgimento multisensoriale e immersivo dell’allievo, favorendo la comprensione del concetto e migliorando il processo di memorizzazione e di ritenzione dei contenuti del corso. Inoltre la proposizione parallela di contenuti audio e video compattano la narrazione formativa  accelerando l’apprendimento, per questo motivo possiamo dire che 1 ora e-learning corrisponde a circa 3 ore di formazione in presenza. La technology enhanced education può essere una soluzione efficiente ed efficace che consente economie di tempo, ottimizzando i risultati dell’apprendimento individuale

LO Simulatori

I LO Simulatori invece, sono quelli in cui oltre alla multimedialità, si fa ampio ricorso alla interattività. L’allievo viene immerso in un ambiente di simulazione (es: un caso aziendale, una procedura software, un esercizio, un problema) e dovrà in prima persona agire per affrontare e risolvere il caso proposto. Questi tipi di LO vengono utilizzati quando occorre incidere sulle competenze tecniche, ovvero sul saper fare (Know How). I LO Simulatori, tenuto conto del contenuto esercitativo e se opportunamente progettati, possono favorire anche lo sviluppo e l’allenamento di alcuni importanti soft skill, quali il problem solving o le capacità logico analitiche. Questi ultimi, se sono poi proposti sotto forma di gioco multimediale anche in talune abilità visuo-spaziali. I LO Simulatori possono essere utilizzati quindi, per formare l’allievo nelle due dimensioni del saper fare (Know How) e del saper essere (Know how to be).

Anche in questo caso la multimedialità, l’interazione, l’utilizzo del gioco e della simulazione consentono di rendere molto efficace ed efficiente il processo educativo/formativo.

LO Valutativi

I LO Valutativi, sono LO multimediali e interattivi che sottopongono gli allievi in maniera diretta ed esplicita ad un processo di valutazione. Lo scopo del LO Valutativo non è solo quello di misurare l’efficacia del corso ed il livello di apprendimento dell’allievo, ma anche quello di rinforzare il processo didattico stimolando l’apprendimento anche attraverso la generazione di un coinvolgimento emozionale dell’allievo stimolato dal “test” e dalla competizione tra allievi. Anche questo tipo di LO si presta ad essere gamificato con l’introduzione di meccanismi di rinforzo dell’apprendimento e della motivazione ad apprendere, quali punteggi, livelli, badge, premi e certificazioni.

Tutti i nostri corsi presentano una articolazione e lo sviluppo di un percorso di apprendimento che combina le diverse tipologie di Learning Object al fine di massimizzare l’efficienza e quindi la produttività dell’investimento formativo e l’efficacia, ovvero il raggiungimento di adeguati livelli di apprendimento da parte degli allievi.

I diversi LO possono essere “incapsulati” in varie tipologie di “format”, i WBT, i video interattivi o non, touch book (e-book multimediali e interattivi), giochi educativi o serious game (edutainment), app scaricabili, web app, fino a semplici documenti o PDF, più o meno interattivi. Di recente, al passo con lo sviluppo delle tecnologie digitali, abbiamo iniziato a sperimentare l’utilizzo della realtà aumentata (AR) e della realtà virtuale (VR) come ulteriore soluzione tecnologica per incrementare e migliorare l’efficienza e l’efficacia del percorso formativo.

La scelta tra i vari strumenti e la composizione del mix di strumenti dipende principalmente dalle competenze di progettazione didattica e produzione dell’agenzia, dagli obiettivi del cliente (esempio: obiettivi informativi o formativi), dalle tecnologie disponibili (anche di connettività), dalle caratteristiche del target di utenti (studenti, professionisti, dipendenti) dalla dimensione dei corsi, dal budget disponibile.

L’emergenza pandemica del Covid-19  ha reso centrale l’elaborazione di adeguate strategie di intervento per la remotizzazione dei processi di formazione, sia in ambito aziendale che in quello educativo (scuole o università). Tutto sommato nella prima fase dell’emergenza, le aziende ed il sistema dell’educazione superiore (università) sono riusciti a reagire positivamente attraverso l’utilizzo delle tecnologie già disponibili nell’ambito dello smart-working, da cui deriva soprattutto in tempi recenti, ma non del tutto appropriatamente, la definizione di smart-learning. 

Nella sostanza si sono utilizzati gli strumenti di collaborazione e di chat, come skype, teams, hangout, zoom etc per sostuire con lezioni virtuali, quelle presenziali. Si tratta però in questo caso di una mera trasposizione on line del modo di elargire la classica lezione o formazione. 

Nello stesso modo, si sono sviluppati in modo impressionante i webinar per sostituire i tantissimi, seminari, convegni, workshop. Anche in questo caso si tratta di una sostituzione emergenziale che poco a che a vedere con l’e-learning ed anche, a nostro parere, con lo smart learning. Questo è particolarmente evidente quando prendiamo in considerazione il segmento della scuola, dove purtroppo questi strumenti hanno avuto, al di là delle dichiarazioni, un modesto risultato. 

Le motivazioni sono numerose e sono analizzate più in profondità nel nostro white paper che descrive la piattaforma di e-learning che ho progettato. In questa sede, ci soffermiamo su un un aspetto in particolare relativo alle caratteristiche dei Learning Object.

Una definizione classica del e-learning, lo descrive come un sistema formativo centrato sull’allievo, mentre i webinar e le lezioni on line, lo posso affermare da professore, continuano ad essere centrati sull’insegnante. La centralità dell’allievo/discente/studente si manifesta in un percorso formativo digitalizzato che, al contrario, è completamente affidato ad una autogestione da parte dell’utente.  L’utente del corso potrà decidere cosa, come e soprattutto quando, dedicarsi alla formazione. Quindi il vero smart learning, così come nel caso dello smart working, è una modalità di formazione on line che sicuramente non è centrata sugli orari, ma deve essere orientata al raggiungimento degli obiettivi didattici, ovvero obiettivi di apprendimento. Ognuno potrà organizzarsi come meglio crede per raggiungere gli obiettivi didattici e di apprendimento che sono posti dalla sua Organizzazione (Scuola, Università, Lavoro). Le lezioni on line od i webinar possono aiutare a sostenere questa situazione emergenziale, ma non possono sostituire la ricchezza della formazione in presenza. Occorre quindi modificare il paradigma formativo, spostando in maniera netta il focus dalla organizzazione, alla persona. D’altra parte se si analizzano i contratti di lavoro in smart working si scopre che essi non sono basati sull’orario di lavoro bensì, anche in questo caso, sul raggiungimento degli obiettivi professionali individuali. 

Un percorso di formazione basato su un’articolazione di LO, magari integrati anche da momenti seminariali, rappresenta invece una corretta interpretazione del concetto di smart learning.

In ambito scolastico, così come accade nell’educazione degli adulti, i LO possono aiutare a favorire  l’utilizzo di metodologie didattiche avanzate quale la cosiddetta “aula invertita” (flipped classroom). Questa metodologia didattica sta prendendo molto piede anche in Italia ed è basata sulla inversione del momento e del luogo studio/lezione, scuola-casa/lavoro. 

In perfetta sintonia con quanto detto sino ad ora, questa metodologia didattica prevede che l’allievo, in totale autonomia di tempi e luoghi, acquisisca autonomamente i saperi e le competenze tecniche mentre il momento di aula, anche virtuale, sarà dedicato alla interazione psicosociale tra docente/insegnante/tutor e allievo. Questa metodologia apparentemente molto moderna e perfettamente adeguata al contesto emergenziale che stiamo vivendo, in realtà affonda le sue radici nella storia della pedagogia americana e italiana, ci riferiamo alle teorie di “attivismo pedagogico” di John Dewei (1859-1952) e all’omonimo metodo Montessori della nostra  Maria Montessori (1870-1952).

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